RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Il pm: "Per le botte al G8 due anni e 3 mesi a Perugini"

Genova, 17 ottobre 2008

E ieri nel processo per il blitz alla Diaz si è presentato in aula Spartaco Mortola
Il pm: "Per le botte al G8 due anni e 3 mesi a Perugini"
Ma a gennaio è in agguato la prescrizione
MASSIMO CALANDRI

LE IMMAGINI di quell´arresto davanti alla questura fecero giustamente il giro del mondo. Era venerdì 20 luglio 2001, il maledetto G8 di Genova, e un´ora più tardi Carlo Giuliani sarebbe stato freddato dalla revolverata esplosa da un carabiniere. Un adolescente veniva strattonato, poi preso a calci in faccia da un gruppo di poliziotti in divisa e borghese. Tra di loro un signore con jeans chiari, polo di colore giallo canarino. E scarpe scamosciate. Una pedata terrificante al volto del minorenne, più tardi inquadrato dalle telecamere con un occhio orribilmente tumefatto. L´uomo dalle scarpe scamosciate era Alessandro Perugini, allora numero 2 della Digos genovese. Quell´arresto era illegale, sostiene la procura, per non parlare del pestaggio. Ed illegale fu anche la cattura di altri no-global presi e portati via dagli agenti, poi ingiustamente accusati di aver fatto resistenza e lanciato pietre: i filmati � sempre quelli girati dalle televisioni di tutto il mondo - dimostrarono che erano fermi, seduti a gambe incrociate e mani alzate.
Ieri il pm Francesco Cardona Albini ha chiesto due anni e tre mesi di reclusione per Perugini e l´ispettore capo Antonio Del Giacco, due anni e un mese per il sovrintendente Sebastiano Pinzone, un anno e dieci mesi per l´agente scelto Enzo Raschellà e l´assistente Luca Mantovani. L´ex funzionario Digos in una dichiarazione letta in aula ha ricordato la situazione di "guerriglia urbana" di quei giorni ed ha ribadito di non aver colpito � ma, evidentemente, solo sfiorato � il giovane manifestante. Il quale ha nel frattempo ritirato la querela per lesioni dopo aver ricevuto da Perugini un risarcimento di trentamila euro. «Da sette anni viviamo con la consapevolezza di quelle immagini, di quei filmati ossessivamente trasmessi come simbolo negativo delle forze dell´ordine � ha detto Perugini, che per i fatti della caserma di Bolzaneto è già stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione -. L´unico obiettivo era quello di dare un contributo perché il vertice si svolgesse nel modo migliore». Il tribunale ha rinviato al dieci dicembre per gli ultimi interventi delle difese. La sentenza è attesa in tempi brevissimi. Perché a gennaio scatterà la prescrizione.
Ancora ieri, nel processo per il blitz alla Diaz, si è presentato in aula un altro imputato: il questore vicario Spartaco Mortola, nel 2001 capo della Digos, superiore diretto di Perugini, difeso dall´avvocato Piergiovanni Junca, protagonista di una intensa arringa difensiva.